APPUNTAMENTO CON L'ORAFA: HOMO MAKER - Emmetag
Cañadón del Río Pinturas, Cueva de las manos, Santa Cruz, Argentina - (c) PabloGimenez.com

Nella preistoria l'uomo, si adornava con oggetti la cui rarità o la difficile reperibilità conferivano personalità, importanza e prestigio a chi li indossava nonché unicità e preziosità all'oggetto stesso. I così detti object trouvè, oggetti trovati, di difficile e scarsa reperibilità, erano perlopiù conchiglie, denti di pesce o felini, zanne di mammut, ossa. La maggior parte di questi ornamenti risalgono tutti a non prima di ventimila/trentamila anni a.C. fa circa. Tutti avevano una funzione apotropaica ,propiziatoria. Molti baluardo dei successi di caccia, dei veri e propri trofei da indossare. Altri conferivano un ruolo e attribuivano gradi gerarchici nell'ambito di un nucleo o una comunità, uno status symbol. In epoche primitive la pratica di adornarsi esprimeva gli albori della comunicazione umana che, a differenza degli altri animali, è di carattere simbolico. Pian piano la storia dell’adornarsi si è evoluta e resa complessa non solo per il moltiplicarsi dei significati, dei simboli e del gusto, ma anche per l’accrescimento di abilità tecniche. I primi makers di queste comunità primitive sapevano già come tagliare, sagomare, forare e quindi costruirsi gli utensili a loro necessari per queste lavorazioni. Erano inoltre in grado di incidere materiali organici come zanne, corna e conchiglie, utilizzando bulini di selce o di ossidiana. La prima facoltà dell'uomo è stata quindi l'espressione astratta. Nel corso della storia il linguaggio del simbolo verrà poi sostituito dalla moda. I gioielli sono infatti un simbolo, una forma di linguaggio, un modo per distinguersi e non solo. In generale, le donne e gli uomini del Paleolitico, lo sapevano bene. Sapevano bene che il gioiello fosse un simbolo, una forma di linguaggio, un modo di distinguersi e non solo, un veicolo. Nel corso della storia il linguaggio del simbolo verrà poi sostituito dalla moda. Il desiderio di orarsi risponde ad un'altra esigenza dell'animo umano, la vanità. Essa è un bisogno primitivo e ben presto, dal piacere di adornarsi con monili, scaturisce il desiderio di curare il proprio corpo: se all’inizio lo si fa con evidenti simboli di appartenenza religiosa, con olii profumati, terre colorate e minerali polverizzati, successivamente, in età greca, si afferma l’arte della cosmesi. Il kosmeticòs, cosmetico, è l’atto di abbellire, e la kommotikè techne è l’arte di abbellirsi. Un’arte, quindi, che ha come obiettivo il kósmos, cioè l’ordine e l’armonia, la bellezza del corpo e dell'animo.

parole di Sara Cammarosano

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