L'ECO DI UN GRIDO NITIDO - Emmetag

Era il 1789 quando in Francia scoppiò la Rivoluzione che fece emergere nuove idee, quali Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Allora in mano a Carlo III di Borbone, il Regno delle Due Sicilie ebbe importanti riforme che ne  rialzarono le sorti, ma con Ferdinando IV si precipitò nuovamente nella crisi: fu la forza degli intellettuali di Napoli a non perdere le novità promosse dalla Francia. Proprio nel periodo del regno di re Gioacchino Murat iniziarono a sorgere le prime Società Carbonare. Durante il regno murattiano Licusati, il 29 ottobre 1808, divenne Comune autonomo. Nel 1820 le sette carbonare reagirono al malfunzionamento del potere regio preparando una rivolta, a cui parteciparono anche gli eroi Domenicantonio De Luca e Giambattista Mazzara. Dopo sette anni, un palpito di libertà galoppò per tutta Europa e i Carbonari napoletani sentirono la necessità di dare il via ad una vera e propria “Rivoluzione Cilentana”. Durante il loro tragitto, i rivoltosi venivano accolti con giubilo da tutto il popolo ma la rivoluzione venne presto sedata dalle truppe borboniche a capo del Generale Francesco Saverio Del Carretto. Il 7 luglio 1828 fu emanato il decreto di distruzione dei Comuni coinvolti: Camerota, Licusati, Bosco, Cuccaro. La sentenza della Commissione, nei riguardi di De Luca e di Mazzara, fu la fucilazione assieme ad altri, fissata per la data 11 agosto 1828. Le condanne furono eseguite alle ore 12:00 a Vallo della Lucania e le teste staccate dal corpo di De Luca e Mazzara furono inviate, in una gabbia di ferro, rispettivamente presso le piazze di Licusati ed Omignano per essere esposte venti anni.  A Licusati, grazie ad una lettera inviata dall’arciprete di allora al Prefetto, in cui chiedeva la rimozione poiché i fedeli impauriti non frequentavano più le funzioni, venne tolta qualche anno prima. Le teste recise e messe in mostra dovevano essere monumenti di giustizia al fine di spegnere la vampa di libertà negli altri, mostrando loro cosa gli sarebbe successo. Licusati, 11 agosto 2018, celebra il martirio dei suoi eroi Domenicantonio De Luca e Giambattista Mazzara avvenuto esattamente 190 anni fa. La rievocazione storica ha avuto vita grazie all’Amministrazione Comunale di Camerota, in collaborazione con l’Associazione Pro-Licusati e la Biblioteca Comunale di Licusati, ricordando per l’appunto i Moti Cilentani del 1828. La giornata è stata intensissima, iniziata col raduno in Piazza Giovanni Paolo II per poi seguire col corteo storico in costumi d’epoca preceduto dagli Archibugieri di Cava de’ Tirreni. Poi si è entrati in Chiesa per il canto del “Te Deum”, proprio come facevano gli “assetati di libertà” in ogni paese che attraversavano. Dopo la piccola funzione religiosa e una breve nota storico-popolare, si è atteso l’arrivo del “gendarme borbonico” a cavallo che ha appeso la gabbia contenente la testa di De Luca nello stesso punto di 190 anni fa, provocando ancora le stesse emozioni. Infine ci si è spostati verso la piazza mercato destinata alla denominazione “Piazza 11 agosto 1828” ed è come se dal cielo fosse risuonato un grido: ”Libertà!”

parole di Angelo Di Luca

scatti gentilmente concessi da Gioacchino Cavaliere - LICUSATI nel MONDO live