PAPÀ GORIOT DI H. DE BALZAC - Emmetag

Pubblicato nel 1835, Papà Goriot di Honoré de Balzac ci offre fin dalle sue prime battute un interessantissimo affresco della società parigina dell'epoca.

La scena si apre sulla pensione di Mme Vouqer, in una zona non molto rinomata di Parigi, nella quale alloggiano individui della più varia estrazione sociale. Già da questa scena possiamo notare una delle caratteristiche non solo di quest'opera di Balzac, ma anche di altre: ossia, il fatto che lo sguardo del lettore viene gradualmente portato dalla descrizione generale dell'ambiente a quella particolare dei personaggi che in essi si trovano. Ed è tra essi che troviamo i due protagonisti dell'opera: Papà Goriot – ricco ex fornaio che, con molti sacrifici, è riuscito a garantire un ottimo matrimonio alle sue due figlie Anastasie e Delphine – ed Eugène de Rastignac – ingenuo ma ambizioso studente di giurisprudenza. Goriot ama le sue figlie fino alla follia, tant'è che continua a sacrificare tutto se stesso per renderle delle degne esponenti dello sfavillante mondo dell'aristocrazia, venendo ripagato da esse con la moneta dell'ingratitudine e della crudeltà filiale.

Frattanto, inizia a fare i suoi primi passi in questo mondo anche il giovane Rastignac, spinto com'è dalla sua brama di salire in fretta la scala sociale. È in questo contesto che Rastignac conosce le due figlie di Goriot e viene a sapere della tragica vita che conduce il vecchio compagno di pensione.

Sulla base della conoscenza di Anastasie e Delphine, lentamente nasce tra Goriot e Rastignac un forte sentimento di affetto e vicinanza umana, che porterà lo studente di giurisprudenza a gettare uno sguardo più disincantato, cinico e realistico sulla polvere e il marciume nascosti sotto il bel tappeto che, all'apparenza, è il luminoso mondo dell'aristocrazia.

Nonostante la drammaticità delle situazioni descritte, penso che a rendere particolarmente piacevole questo romanzo sia la capacità che mostra l'autore nell' esporle non perdendo mai la sua arguzia e acuta ironia. In fondo Papà Goriot è solo una parte di un'opera più vasta che è Lacommedia umana e, infatti, di tragicomico qui c'è molto. Ed è proprio tramite l'ironia e l'umorismo che l'autore ci conduce verso quello che è, a mio avviso, il cuore pulsante intorno al quale ruota il romanzo: il problema dell'arrivismo. Per quanto si possa dare dell'arrivismo anche una lettura morale – soprattutto in un romanzo in cui salta subito all'occhio il rapporto malato che s'instaura tra la sfera degli affetti e quella della società – mi sembra che l'autore, più che voler fare una moraleall'arrivismo, delinei una morale dell'arrivismo. Infatti, essa è la tipica morale dei «cacciatori di milioni», come Vautrin, personaggio secondario ma affascinante, definisce tutti coloro che tentano la scalata sociale sfruttando le persone a cui dovrebbero essere più vicini. «L'onestà non serve […] Questa è la vita. Non è meglio di una cucina, puzza allo stesso modo, e se si vuole cucinare bisogna sporcarsi le mani. Basta sapersele poi lavare bene. La morale della nostra epoca è tutta qui.» ci dice con cinismo Vautrin. Questa morale è quella che si adatta meglio alla fauna delle capitali dove, per sfuggire al meccanismo alienante della società mercantile dell'Ottocento, i più intraprendenti cercano di sfruttare gli altri per raggiungere rapidamente i gradini più alti della società. Ma non sarebbe meglio raggiungere lo stesso obiettivo lavorando onestamente e conservando, magari, qualcuno di quegli affetti che danno colore alla nostra vita? Potrebbe essere una bella idea, tuttavia mi sembra che a volte Balzac ci lasci intendere che chi lo ha fatto, alla fine della carriera, è riuscito a guadagnarsi solo un posto in una squallida pensione, come quella Vouqer. Ad ogni modo, non credo che l'intendo di Balzac sia quello di criticare o giustificare un certo tipo di morale. Penso che l'approccio dell' autore sia più quello del sociologo che del moralista. Per Balzac tale morale è quella che si adatta meglio a questo tipo di società, che ci/gli piaccia o no.

Concludo dicendo che Papà Goriot è, secondo me, il miglior romanzo per avvicinarsi a un autore vario e prolifico come Balzac, oltre che un'affascinante chiave di lettura di alcune dinamiche sociali che possiamo, a tratti, rivedere anche nelle nostre società contemporanee.

parole di Sergio Laviano

scatto tratto dal web