2019.10.06 - LINGUAGGIO - Emmetag

 

 

Scurrile? franco? ricercato?
Realismo? post-realismo? surrealismo? o addirittura fantastico?
Italiano? arabo?inglese? finlandese? oppure – matematichese?
Ti esprimi per passare un’impressione o per importi?
A che l’accosti? possibilità o necessità?
Ma al di là del “com’è” o del “se fosse”: da dove ti deriva questa richiesta di affermazione, con labirinti sintattici, difficili o facili che siano, – in qualche modo espressi come richiedenti più impegno da parte del lettore, o nessuno – perché per te è così che si parla al cuore?
Esplodi o attrai per l’attenzione? Ti rifai agli altri o aspetti che sia una critica a darti spessore, così che tu possa esprimere un giudizio sulla persona che di te si sta facendo un’opinione?
Te lo sto dicendo perché la sto pensando in maniera sussistenziale, perché si impiega così tanta energia nel paradigma di azione-pensiero-reazione da rendere una relazione così definita (ed è una mia umile obiezione) ben fuori da una normale o funzionale opzione.
Va bene, sei uno scrittore. Vuoi vedere quello che leggi entusiasmandoti come fossi tu dall’altro lato della pagina, – schermo, muro o pergamena che sia – solo per poterti dire di aver già scritto o pensato per questa via? Oppure timido, servile sottomesso, perché “in fondo non merito questo successo”.
I miti non esistono più, sono morti: già pensato.
I beat sono belli perché ribelli dell’ordine impostato: – non ha più senso, perché viene da tutti utilizzato.
L’eroe non esiste, si fa spazio l’anti-eroe… che te lo dico a fare: è già andato.
Il mondo non esiste, è finzione:
…sicuro sia già stato tutto esplorato?

parole di Domenico Laurenza

scatto di Antonio Ambrosio