Raccontare “Figlio di nessuno” non è semplice, per tanti motivi. È una canzone che ho scritto un po’ di anni fa e poi pubblicata in “Vorrei che morissi d’arte” (2016); racconta la storia di un personaggio molto conosciuto nel mio paese, spesso preso in giro.
Mi hanno sempre attirato le persone che vivono una realtà diversa dalla nostra, i pazzi, i folli, quelli che non per scelta esistono in maniera alternativa e vedono il mondo in un altro modo (magari liberi dai tanti schemi sociali che ci vengono imposti o che ci imponiamo).
Questo “Figlio di nessuno” è così: suona la tromba a qualsiasi ora del giorno o della notte, sorride con gli occhi parlando della sua prossima canzone… una sera mi si avvicinò a parlare, come facciamo spesso, e dalla mia comitiva una ragazza iniziò a prenderlo in giro, a ridergli dietro. Dico sempre nei live che se potessi ancora scegliere tra il sorriso di lui e quello dell’imbecille che lo sfotteva sceglierei ancora mille volte il suo.
È una canzone di strada, di bar, con tutto un mondo di suoni a ricreare quell’atmosfera; è un pezzo che ogni volta che lo suono dal vivo, se succede il miracolo, ti immerge in quella strada dove il “figlio di nessuno” sta passando… il più delle volte mi vengono i brividi.
Quanta gente sarà passata
Quanta strada in queste scarpe di periferia
Per il figlio di nessuno
Il figlio di nessuno
Ti regala camminando la prossima emozione
La prossima canzone
Tu che lo guardi andare
Tu che lo guardi sorridente parlare di se
Suonare per te
Qui la gente non si ama figlio di nessuno
Qui nessuno che combatte battaglia
E se potessi inventarmi i tuoi occhi me li conserverei
E resta triste un suono di tromba lontano
Quanta strada sarà passata
Quante vite negli occhi di un pazzo
Il figlio di qualcuno
Quanti amori saranno passati
Quante verità negli occhi di un vero
Il figlio di qualcuno
Tu che lo guardi andare
Tu che lo guardi sorridendo parlare con te
Suonare per te
Qui la gente non si ama figlio di nessuno
Qui nessuno che combatte battaglia
E se potessi inventarmi i tuoi occhi me li conserverei
E resta triste un suono di tromba lontano
parole di Mico Argirò
scatto tratto dalla pagina ufficiale di Mico Argirò