IMMERSA NELL’INCANTO E NELLA MAGIA: VENEZIA - Emmetag

Il treno, prossimo alla fermata, sembra sospeso sull’acqua. I binari giungono al termine del loro lungo percorso. Si aprono le porte ed il mio piede poggia sul primo scalino che mi permette la discesa. Lo sguardo non riesce a perdersi, c’è folla: turisti sorridono scattando foto al cartellone nella stazione. E’ “piccola” – penso – “per accogliere così tanta gente, si dovrebbe ampliare”. Anche io sono tentata, il cartellone blu con la scritta bianca “VENEZIA SANTA LUCIA” mi invita ad immortalare la mia prima volta in questa città… ma non cedo, sfuggo alla mania di fotografare qualunque cosa. Continuo a camminare, non conosco la direzione ma il richiamo dell’acqua mi guida, i rumori dei battelli in lontananza sono il canto delle mie Sirene:  eccomi finalmente fuori. La vista si libera e lo sguardo spazia incredulo. Stranamente resto senza parole.

Eppure sono solo pochi metri quelli che riesco a vedere, poche strutture, una Chiesa, un ponte, un canale largo abbastanza da permettere a battelli, barche/taxi e gondole di navigare insieme, pieni di turisti vogliosi di scoprire lo splendore di una città magica.

A Venezia puoi scegliere se camminare tanto e visitare i vicoletti o sederti su una gondola e lasciarti trasportare dai gondolieri in uniforme tipica: io ho scelto di perdermi. Così mi incammino con la mia reflex al collo, è tutto così magico, così meravigliosamente atipico che non so dove posare lo sguardo per donargli un po’ di riposo. I miei piedi sembrano non volersi fermare, i miei occhi puntano un soggetto ed il mio obiettivo lo immortala. Quanto amo la fotografia, quel fermare un istante per conservalo per sempre: fermare le ombre, le luci, i pensieri e le sensazioni. Renderle immortali, appunto. Piccoli negozi di artigiani si mostrano con gentilezza, tra ristoranti e piccoli chioschi: tutte queste maschere fanno venire voglia di portare un ricordo anche a quei parenti che non vai a trovare mai. Turisti che placidi camminano, senza urla e schiamazzi: è la città che te lo “chiede” . Le acque torbide, mosse dalle eliche di un battello, creano piccole onde che si infrangono lungo le sponde dei canali, emanando quel tipico odore di acqua “chiusa”.

Ma qui tutto è bello, anche questo. Allora ripenso alla sensazione che mi ha dato la stazione, alla mia idea di ampliamento e mi correggo, penso “no!”. Venezia è magica così, perché nella sua vastità, ti cinge e ti accoglie, stretta tra i vicoli stretti che sembrano voler contenere tutta la magia, come una mamma che stringe tra le braccia l’incanto e l’orgoglio del suo piccolino. Venezia come uno scrigno o un piccolo carillon che, quando aperto, mostra il suo contenuto agli occhi innocenti di un bambino, l’anima si riempie di letizia, di stupore e a bocca aperta si resta immobili ad ammirarne la bellezza: con fermezza ti convinci di essere nato nel posto più bello del mondo.

parole e scatti di Anna Maria Bortone