MOTTA: UNA VITA IN MUSICA - Emmetag

“C’è un sole perfetto ma lei vuole la luna. Di alzarmi non ho voglia, oggi non combatto con nessuno. A volte è solo questione di fortuna.”

E’ così che Francesco Motta, in arte solo Motta, il 2 Giugno 2019, da inizio al suo concerto per la 23°esima edizione del Meeting del mare di Camerota (SA). Una frase estrapolata dal famoso brano “La fine dei vent’anni” e che sembra preannunciare il filo conduttore di tutta l’esibizione. Il cantautore pisano si è esibito con l’intera discografia, creando con il pubblico un rapporto intriso di storie, ideologie ed esperienze biografiche. Nessun effetto scenico o esibizionismo: il concerto di Motta è interpretazione; ogni canzone è un abito da indossare ed è frutto di una determinata età.

Il cantautore sottolinea, infatti, come ogni periodo della sua vita abbia inciso sulla carriera musicale e quanto, invece, poco interessante sia la teoria dell’eterno Peter Pan, essendo un fervido sostenitore dell’idea che ogni età possa fornire una diversa visione del mondo e che valga la pena raccontarla. Ma per Motta la musica non è “solo” a versi e note: è con essa che trasmette messaggi importanti e positivi, soprattutto dato il critico momento storico che il nostro Paese sta vivendo. Il suo grido “dov’è l’Italia” nasce in seguito al racconto di un pescatore di Lampedusa, divenendo un appello per gli stessi italiani affinché cerchino l’umanità perduta; un grido che non si manifesta solo attraverso le sue canzoni, perché egli esplicitamente esprime i suoi ideali di “sinistra”, forse influenzato dal padre, che era un comunista”. In seguito a ciò, Motta invita “elegantemente” fascisti ed omofobi ad allontanarsi dal palco. Non a caso libertà sessuale e di genere sono argomenti a lui molto cari, come narra in “Sei bella davvero”: un brano toccante che racconta la storia di una donna transgender. Non lascia da parte l’amore in tutte le sue sfumature, soffermandosi da prima sulla riconoscenza verso i genitori e poi parlando della sua compagna “troppo bella per essere perfetta”.

Il concerto prosegue con grande complicità fra i componenti della band e le canzoni si susseguono richiedendo un approccio sempre più diretto con il pubblico, passando dall’indie al rock per ricordare i pezzi della sua prima band. In fine, Motta si lascia travolgere dal viscerale rapporto che ha con la musica, che lui stesso definisce “trascendentale”, creando così un’atmosfera magica e di perfetta sintonia con i suoi spettatori.

parole di Trisha Tardio

scatti di Sabrina Esposito e Trisha Tardio

video redazione Emmetagblog