PEK, TRA TRAP E RAP DÁ LUCE ALL’OPACO - Emmetag

“Sono Marco (a.k.a. Pek, classe '99) sono cresciuto con i dischi di Eminem, Fabri Fibra, per poi ascoltare Madman, Gemitaiz, Salmo, Mostro, Nitro e tutto quel ramo musicale. Lavoro sulla metrica e sul testo. Il mio obiettivo è comunicare ciò che ho dentro, scrivo da quando ho 8 anni, quindi posso affermare che non è altro che uno sfogo, cercando di avvicinare ogni persona a me e far capire la mia visione di questo mondo. Opaco.”.

È così che in un pomeriggio di settembre mi sono imbattuta nella musica TRAP, tentando di trovare a tutti i costi il contatto tra quel genere musicale modaiolo e la parola “opaco” che Pek aveva ripetuto per ben due volte a telefono durante la nostra conversazione ed io (tra i miei appunti) l’avevo evidenziata in rosso.

TRAP - dallo slang americano trap house ossia il luogo fisico ove avviene lo spaccio - dal punto di vista strettamente musicale è un genere che fa uso dell’elettronica, di basi sintetiche; i suoni che la caratterizzano sono quelli della Roland TR-808 e della robotizzazione della voce. Le canzoni di Pek, portano con sé, soprattutto quelle di cui disponiamo dei video, anche di qualcosa che a che fare con la rap.

Gli artisti TRAP, solitamente si esibiscono in solitaria e, invece, Pek (al secolo Marco Tambasco), ancora fedele allo stile rap (da cui il trap trae origine) lo fa in gruppo (con la sua crew) formata da Nicø (il produttore Niccolò Di Spirito) e Simone (il manager Simone Di Luca) e poi da chi si accoda per strada.

Nelle canzoni di Pek non sono presenti temi cari ai rapper quali la protesta, la rivendicazione di diritti e l’esigenza di vivere in realtà diversa, ma si impone tra i testi la solitudine, il non sentirsi accettato, la necessità di superare a tutti i costi questo stato intimo, personale di chiusura con il divertimento, con il gruppo ristretto di amici, come si afferma nell’ultimo singolo Balla dai: “Immagina una scena fra/dove tutto sembra una favola/rimargina ogni ferita/ che hai sulla schiena già”

Uno dei testi più famosi di PEK recita così: “La notte pieno di problemi/mi immergo nel letto/ Sono dieci anni, ma se me lo chiedi no/non lo ammetto”. 

Non ci resta che attendere l'album d'esordio. Con l'augurio che porti una luce che attraversi lo strato opaco dei teenagers.

Il video musicale è stato realizzato da "OTB films".

parole di Maura Ciociano

scatti di Tex Matteo Carbonaro