ASSAPORARE IL TEMPO

Fa uno strano effetto avere il titolo per il tuo prossimo racconto e non avere alcuna idee e nemmeno nessuna immagine da cui trarre le parole per scrivere.

E’ stata al dire il vero una situazione nuova, divertente anche,  avere un titolo per mantra che più girava in testa e più mi riportava al perché fosse giunto a te.

Quello che mii mancava erano soprattutto le immagini, come potevo rappresentare l’assaporare del tempo ed il suo scorrere?

Nel bel mezzo di una settimana di impegni mi è capitato di dover  raggiungere la Capitale, dove tra un appuntamento ed un altro, quest’ultimo era stato spostato di un’ora,  sono stato costretto a girare a zonzo per i quartieri per impegnare al meglio quel tempo.

Qui camminando, per caso, incrocio un negozio pieno di orologi.  La scintilla accende i miei occhi e con uno primo scatto inizio a ricevere le risposte al mio perché di quel titolo.

Il tempo, il più delle volte lo diamo per scontato, altre lo osanniamo, questo inesorabile scorre, attraversa le epoche, i secoli e di certo se ci riflettiamo bene, quale città, se non Roma può essere vista come uno degli  emblemi che rappresenta il tempo.

Alzi gli occhi e li tra i palazzi di diverse ere, puoi scorgere lo scorrere degli anni in orologi che hanno segnato la quotidianità di altri uomini.

Più mi perdevo, più trovavo la risposta al mio perché. Assaporare: trattenere in bocca a lungo per trarne soddisfazione ovvero tradotto, per  me è: saper cogliere, saper godere, essere capace di liberarsi dai ritmi frenetici e lasciarsi andare. Quel girovagare non era perso, era un modo diverso di vivere il tempo. L’universo mi stava parlando, mi dimostrava che era in mio ascolto, bastava un poco di attenzione, bastava abbandonare i propri schemi per incontrane uno nuovo. Tutto tornava a me in immagini e si riassumeva in un manifesto che mi ha destato dal raziocino portandomi alla bellezza del vivere libero.

Terra, lancette, why?  

Perché sprecare il nostro tempo su questa terra attuando  dei meccanismi che non fanno altro che prosciugare la fertilità di un pianeta ricco di possibilità.

Il mio camminare oramai era diventato lento, la frenesia  lasciava il posto al piacere, capace di farmi scorgere a terra un particolare antico collegato all’obelisco dell’orologio solare di Augusto 10 a. C.

Il tempo antico ed il tempo nuovo segnato in unica parola: orologio.

particolare della linea meridiana
Obelisco dell’orologio di Augusto ed orologio sulla facciata di Palazzo Montecitorio

I segni si rincorrevano, fermatomi per riposare,  mi ritrovo di fronte alla targa della sede romana della testata giornalistica ”IL TEMPO”.

Qui, fissando quelle lettere,  gli interrogativi ad un tratto sono diventati profondi. Come può descriversi  il concetto del tempo? E’ qualcosa di complicato, non facile da riassumere. Certo l’immagine di un quotidiano ne rende bene l’idea, ancor più il suo sapore per le svariate notizie giornaliere (amare, dolci, aspre, succose).

A proposito di sapore, lo stomaco segnava  la sua ora e la fame si faceva sentire come il suono di un orologio a cucu. Essere a Roma senza mangiare uno dei più appetitosi piatti della cucina, la Carbonara, in una delle tante locande disseminate per il centro della città, è come vedere un orologio a cucu senza sentirne il suono, ciò non avrebbe senso.

orologio a cucù di una locanda romana

Passata l’ora, era giunto il momento di riprendere  i vari impegni portandomi lontano da quel piacevole girovagare. Solo a fine serata, immerso nella stanchezza, giunto a destinazione voltandomi verso sinistra, alzo lo sguardo e trovo il tempo a farmi l’occhiolino, ricordandomi di quanto sia importante assaporarlo.

parole e scatti di Antonio Ambrosio

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