BREVE CONSIDERAZIONE SULLA COLAZIONE ALL’ITALIANA

Partiamo dal principio: la colazione è il momento (sacro) della giornata in cui il diritto di essere lenti e burberi si esprime nella sua massima estensione. 

Uno resta in preda al mutismo, l’auspicio di tornare presente a se stesso ed il piacere della tavola mutato in necessità di glicemia; accade da sempre, e sempre ci si impone di reagire all’antica maniera, sponzando nel caffellatte pane raffermo, la fetta biscottata o l’amica dell’amica.

Una cosa a piacere, purché ci affondi dentro.

Eppure, la zuppa di latte e biscotti di vecchio stampo e il pur moderno “cornetto e cappuccino” vivono, nei grandi centri metropolitani, una parabola discendente. 

Bakery e catene che inneggiano a colazioni internazionali da asporto sbucano come funghi in tutte le città italiane, proponendosi per merende burrose a tutte le ore.

In ordine cronologico, celebre il caso Starbucks a Milano, costato peraltro agli automobilisti di Piazza Cordusio lo stop al transito nella giornata di inaugurazione, ma questa è un’altra storia.

L’omino moderno vaga, allora, per le strade impervie del paese, lo stomaco vuoto e la testa pure, consolato dall’idea di fare scena mettendo in mostra la miseria di una serrata routine.

Al seguito, cappuccini fake confezionati in colorati containers da portare via, che sembrano aver stampato un cartello che dice: NON HO TEMPO.

Un sacchetto di carta con muffin cioccolatosi o cinnamon affogati nel burro di arachidi che “buonissimi”, per carità, ma “vuoi mettere con un cornettone artigianale”? 

Cornetti - Panificio Scarpitta, Camerota

E ancora, frappuccino contro espresso: nel gioco “chi butti dalla torre”, parli chi se la sente di defenestrare il secondo.

Ora, consumare la colazione per strada, con cupcakes sventolati dalla mano sinistra e caffelatte annacquati nella destra sarà certamente di tendenza, complice la cinematografia millennial; ma vale il piacere di stare seduti davanti a un tazzone di latte, spettinati e in pigiama, a inveire in silenzio contro la perfezione del mulino di Banderas e Rosita?

E allora, in tutta franchezza, restiamo italiani: scegliamo la zuppa.

parole e scatti di Emilia Volpe

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